Con il Decreto a sostegni-Ter, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 27 Gennaio, lo Stato ha deciso di bloccare la successiva cessione del credito in ambito edilizio, previsto dai bonus edilizi del Decreto Rilancio, mentre l’unica cessione che, ancora per il momento, rimane in vigore sarà quella dello sconto in fattura.
I primi effetti sulla stretta della cessione dei crediti si stanno facendo sentire, a partire da quelle che sono state definite colossali e maxi truffe ed evasioni ai danni dello Stato perpetrati con i crediti derivanti appunto dai bonus edilizi.
Cosa prevede la cessione del credito
La cessione del credito è un accordo attraverso il quale viene ceduto il diritto di credito di un soggetto ad un terzo che, a sua volta, può procedere alla riscossione nei confronti del debitore ceduto.
Con il Decreto Rilancio il contribuente, usufruendo della detrazione, può optare per la cessione del credito d’imposta ad altri soggetti, tra cui istituti di credito e altri intermediari finanziari.
Oltre alla cessione di credito è possibile accedere allo sconto in fattura sul corrispettivo dei lavori che viene recuperato sotto forma di credito d’imposta e con la detrazione spalmata in 5 anni.
Come funziona la cessione del credito del Superbonus 110%
I privati che effettuano lavori sulla propria abitazione, al momento della dichiarazione dei redditi riceveranno una detrazione del 110% per ogni 1000 euro di spesa (quindi 1100 euro). Per le imprese che effettuano pratiche edilizie presso un privato, che sceglie di cedere il suo credito fiscale, queste emettono una fattura con uno sconto pari al 100%, quindi il privato non sosterrà alcun costo e le imprese si vedono riconosciuti un credito d’imposta utilizzabile in compensazione, quindi recuperando il 110% della fattura emessa.
A questo punto il richiedente può decidere se cederlo a sua volta ad un’altra impresa oppure ad una banca.
Il Superbonus prevede interventi definiti trainanti, che comprendono l’isolamento termico, la sostituzione degli impianti di climatizzazione e opere antisismiche, a cui possono essere affiancati gli interventi trainati, come l’efficientamento energetico, interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche, sostituzione degli infissi, impianto di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici e installazione di impianti fotovoltaici (pannelli solari).
Decreto a Sostegni-Ter
Il Decreto Sostegni-Ter del 27 Gennaio 2022 è stato definito a partire da quella che è stata considerata una maxi truffa ai danni dello Stato da parte, in realtà, di pochi furbetti in ambito edilizio che l’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha già individuato e fermato.
Prevede undici sostanziali modifiche al decreto Rilancio e già solo la bozza di questo decreto ha letteralmente fatto perdere il sonno a molte persone e ha avuto un effetto dirompente. Questo decreto va a ridurre l’efficacia di uno dei cardini del Superbonus, appunto la cessione del credito, e il professionista o l’impresa che, grazie allo sconto in fattura, acquisisce un credito fiscale deve usarlo direttamente per pagare le sue imposte nei prossimi 4 anni oppure cederlo una sola volta; questo pone fine alla possibilità di utilizzare il credito fiscale come moneta virtuale.
Gli istituti di credito, infatti, hanno fermato l’acquisto di crediti perché non hanno più una garanzia fissa di cosa poter fare con quel credito.
L’unica cessione possibile sarà quella dello sconto in fattura, dove cioè l’impresa edile si è fatta pagare solo il 10% dal condominio, supponiamo per il rifacimento di una facciata, per poi vendere il credito alla banca.
Il problema però consiste nel fatto che molte banche si stanno ritirando e le imprese, di conseguenza, corrono il rischio di trovarsi con una manciata di crediti tributari che magari non riescono ad utilizzare.
Effetti devastanti del decreto sul mercato del Superbonus
Già alla bozza del decreto Sostegni-Ter ci sono stati effetti immediati sul mercato del Superbonus; alcuni grossi fornitori di materiali, come pompe di calore o fotovoltaico, hanno comunicato ai loro clienti che, a seguito delle continue variazioni normative, non sono più in grado di accettare i crediti fiscali come pagamento delle merci vendute.
Quindi anche per materiale già acquistato si passa a pagamenti convenzionali.
Questo vale per tutti quei fornitori in ambito edilizio, tra cui fornitori di arredo casa, arredo bagni, energie rinnovabili e molte altre, che vedranno ridurre notevolmente le vendite.
Le piccole imprese sono quelle che chiedono a gran voce la revoca di questo decreto e di salvare la cessione multipla dei crediti, vedendo sfumare la più grande opportunità lavorativa degli ultimi decenni.
Questo decreto deve essere discusso in parlamento e c’è molto pessimismo e preoccupazione da parte di professionisti e imprese che temono che, se le cose rimarranno così come sono attualmente, il mercato verrà affossato.
Moltissime piccole aziende si sono esposte per decine se non centinaia di migliaia di euro e adesso si ritrovano con le banche che non erogano più lo stato avanzamento lavori con conseguente collasso dell’attività.
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